Attraverso
i mandala ho cercato la rivelazione e i segreti dell’inconscio, ho usato i
tratti e i colori, mettendo in gioco il cuore, trasformando con modalità
alchemica la carta, l’acqua, il respiro e il suono in qualcosa di prezioso
in seducente spiritualità.
Scrivendo
ho cercato di esprimere un potenziale sensibile emerso dall’anima che mi
ha consentito di scoprire più forme espressive nella “luminosità”,
breccia provvidenziale nella mia corazza caratteriale.
Il
libro è una sfida alla vita che testimonia il presente delle mie emozioni;
è un processo di trasformazione energetica.
È
un’eccitazione dell’anima alla ricerca del Tutto.
Prendo
un foglio e lo appoggio sul tavolo di lavoro, quello che sarà la mia
occupazione per un tempo indefinito in un mondo avventuroso nella mia
intimità. Comunico con esso guardandolo con curiosità e pensando cosa mi
serberà nel prossimo futuro. Osservo i bordi della carta che sono i confini
da dove inizia un mondo e termina l’altro. Un mondo interiore ed
esteriore, quello che sta fuori e mi circonda. Un mondo quello del foglio
che contiene vita e universo, cosmo e creato, delimitato da quattro lati
(come le quattro pareti di una casa che contengono un corpo), che
comprendono, racchiudono un vuoto, il nulla; dove poter agire esprimendo
l’anima fluttuando con l’essenza di se stessi. Con tanta sensibilità,
accortezza e cura mi accingo con la punta sottile della matita a imprimere
sul foglio il primo segno:
è
la nascita di un nuovo mandala, un altro frammento della mia via-vita.
Emanuela
Minchio
Nata
ad Asiago in provincia di Vicenza nel 1969.
Diplomata
all’Istituto I.P.C del suo paese. Lavora come agente di commercio per
un’azienda del nord-est, specializzata in prodotti cosmetici naturali e
biologici certificati, legati alla filosofia ayurveda. Negli anni successivi al
diploma sviluppa molteplici passioni. Dapprima scopre “la pasta di pane” che
racchiude in sé tre elementi vitali come: la farina, l’acqua e il sale. Le
“Sculture di pane” sono per lei un dono creativo di un’artigianato povero
ma ricco di simbologie. Simboli che stimolano il ricordo familiare e il
conosciuto. Nel 1995 le espone ad Asiago per la prima volta, dopo di che
seguiranno altre cinque mostre nell’arco di tre anni.
Nel
mezzo di questo ciclo entra nella sua vita la danza, nello specifico il ballo
caraibico che a tutt’oggi la vede protagonista nel ruolo d’insegnante e
coreografa. Passione e percorso che durano da ormai 16 anni. Negli ultimi due
anni si avventura in un mondo per lei sconosciuto: la pittura attraverso i
Mandala. Un mondo che la assorbe completamente, una passione che fluisce dentro
e fuori di lei regalandole chiarezza e fluidità di intenti.
|